03. Istituzione di un registro comunale delle case sfitte

Attualmente gli unici dati esistenti sul patrimonio abitativo sfitto presente nel Comune di Rho sono quelli contenuti nella ricerca RiCA (Rigenerare Comunità e Abitare), che ha tentato di censire sul territorio il “patrimonio edilizio non locato e potenzialmente disponibile”.

Una rigorosa mappatura dello sfitto pubblico e privato è però il primo passo per poter tarare una politica abitativa centrata sul reale contesto cittadino al fine di rimettere al centro il diritto alla casa e all’abitare. La mancanza di dati aggiornati e accessibili impedisce qualsiasi seria programmazione delle politiche abitative. Solo attraverso un registro pubblico e verificato è possibile costruire interventi efficaci.

Ecco perché la città di Rho deve censire il patrimonio immobiliare sfitto sia pubblico che privato presente sul territorio comunale attraverso l’istutuzione di un registro comunale delle case sfitte, con obbligo di dichiarazione annuale e sanzioni per chi omette o falsifica i dati. L’obbligo di dichiarazione annuale con sanzioni è l’unico strumento efficace per responsabilizzare i proprietari e favorire la trasparenza.

Enti pubblici e grandi proprietari privati con almeno 6 alloggi sfitti da almeno 2 anni saranno diffidati e dovranno pertanto giustificare lo stato di abbandono dell’immobile e proporre soluzioni per rimetterlo in uso.

Riteniamo che ai proprietari diffidati debba essere innanzitutto proposta la gestione del proprio patrimonio sfitto da parte dell’Agenzia dell’Abitare di Rho, opportunamente riorientata alla promozione dell’uso sociale delle case vuote.

Il coinvolgimento dell’Agenzia dell’Abitare deve essere reso vincolante come primo passaggio; in caso di ulteriore inerzia andranno valutate anche misure di pressione come la tassazione maggiorata o la possibilità di requisizione temporanea dell’alloggio.

  1. Sospensione delle agevolazioni IMU sui canoni concordati fino a che non verrà siglato un accordo locale equo.
  2. Applicazione della TARI senza esenzioni a tutte le seconde case sfitte dei grandi proprietari.
  3. Istituzione un registro comunale delle case sfitte.
  4. Istituzione di un Fondo per il Diritto all’Abitare ottenuto grazie al gettito extra da TARI e IMU.
  5. Più case popolari popolari finanziate da una quota degli oneri di urbanizzazione dei nuovi interventi edilizi.
  6. Requisizione temporanea degli immobili vuoti per fronteggiare l’emergenza abitativa.