
Mentre in città gli sfratti si susseguono incessanti nella sostanziale assenza di risposte pubbliche all’emergenza abitativa, questa mattina un gruppo di attivistə per il diritto all’abitare di Rho ha segnalato con striscioni e fumogeni colorati un’intera palazzina vuota di un condominio in via Capuana 56.
Oggetto dell’iniziativa una palazzina di proprietà del fondo immobiliare “Scoiattolo”, gestito da Torre SGR, lasciata in parte vuota da anni e abbandonata al degrado. Uno striscione appeso sulla facciata e un corteo interno al quartiere popolare Stellanda – oggetto di importanti interventi di “riqualificazione” come quello dell’area ex CMR-Rotoincisa, ennesimo progetto di edilizia residenziale dai prezzi inaccessibili – hanno denunciato la condizione di degrado di una decina di appartamenti tenuti sfitti e inutilizzati.
La palazzina, suddivisa in tre scale, non è però semplicemente lasciata vuota. Come appresto stamani dagli abitanti del quartiere, lo stabile è parte di un piano di dismissione e valorizzazione che prevede, per le scale ancora abitate, lo sfratto per finita locazione entro novembre. Un’operazione che punta a riqualificare l’immobile solo per aumentarne il valore di mercato, rendendo gli appartamenti accessibili esclusivamente a chi può permettersi canoni elevati e fuori portata per chi vive con redditi precari.
L’azione rientra nella campagna RiAbitare, che da mesi denuncia lo sfitto dei grandi patrimoni immobiliari e il paradosso di una città in cui si moltiplicano gli sfratti mentre interi stabili restano inaccessibili.
È un paradosso che nello stesso territorio in cui il bando SAP mette a disposizione solo 11 alloggi Aler per tutta la popolazione dei 9 comuni del Rhodense, resti inutilizzato un intero stabile di un fondo immobiliare con pressocché lo stesso numero di appartamenti. La casa non è vista come un bene primario – e quindi come un diritto – ma come un “asset finanziario”, un titolo su cui speculare mentre le persone faticano a trovare un’abitazione a prezzi accessibili.
La finanziarizzazione del mercato immobiliare e di beni fondamentali come la casa produce proprio questo: case vuote e persone senza casa. Non è un problema solo locale, ma un modello di città che a Rho gonfia gli affitti del 44% in dieci anni ed espelle le fasce sociali più povere della popolazione. Questa dinamica si traduce in sfratti in aumento, caro affitti, attese infinite per un alloggio ERP e persone costrette a spostarsi sempre più lontano.
Con la campagna RiAbitare ribadiamo le nostre proposte: una mappatura pubblica dei grandi patrimoni immobiliari e sanzioni severe contro lo sfitto ingiustificato. Se esistono immobili abbandonati da anni, come la palazzina di via Capuana 56, la risposta non può che essere la requisizione e la loro destinazione a chi oggi non ha una casa.
Con l’iniziativa di oggi abbiamo voluto esprimere anche la nostra solidarietà al Leoncavallo nel giorno del grande corteo milanese in risposta allo sgombero che ha privato lo storico centro sociale della propria sede di via Watteau. Difendere gli spazi sociali significa opporsi alla gentrificazione e a un modello urbano piegato alla rendita e alla speculazione edilizia che stanno trasformando la città in un terreno di profitto per pochi.
SOS Fornace
Sportello Sociale
RiAbitare







